Le interferenze del principe dell’aria

Non posso pensare senza essere osservato. Se il pensare in solitudine è un atto comunicativo, quindi, un fatto, quindi un evento, possiede anche un grado maggiore di visibilità. Se penso credo di potermi nascondere perché ritengo che il pensare avvenga in una sfera privata nella quale sono io il solo ad essere presente. Pensare è come nascondersi dallo sguardo di Dio. Pensare equivale a soppesare, a passare al vaglio ciò che accade. E cosa accade? Accade appunto che è in atto una comunicazione. Se la penso ne fermo il flusso. Ricordate la domanda rivolta da Dio ad Adamo “Dove sei?” e la risposta imbarazzata del nostro progenitore “ Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perchè sono nudo, e mi sono nascosto” Adamo non si era nascosto solo fisicamente, ma aveva compiuto l’operazione di nascondere anche i suoi pensieri. Non vi fate trarre in inganno dal fatto che lui in apparenza dica la verità perché lui è già fuori dalla verità, avendo interrotto (per la prima volta nella storia) il flusso della comunicazione originaria. Di questa interruzione chi è responsabile? Naturalmente lui, il principe delle potenze dell’aria, l’ingannatore dell’etere. Da questo momento in poi la comunicazione con Dio sarà soggetta a continue interferenze, ma soprattutto la Verità non potrà più avere sede stabilmente nel cuore dell’uomo. Accade infatti che l’uomo privato del suo referente comunicativo principale, finisce per credere di essere solo al mondo, abbandonato. Sente così l’esigenza di produrre pensiero, di ricavarsi una identità per sopravvivere. Se il flusso è stato interrotto e i messaggi oramai rifluiscono nella sacca dell’Io, come i fiumi al lago, c’è l’esigenza di ripristinare quel trasmettitore universale che inviava messaggi e il cui nome era Dio. La radice è la stessa solo che stavolta il trasmettitore è molto più piccolo e insignificante se vogliamo, e si chiama Io. L’uomo deifica se stesso. Ha bisogno in definitiva di qualcuno che gli invii messaggi, di domande a cui dare risposte e decide di fare tutto da solo. Naturalmente qui il principe delle potenze dell’aria ci va a nozze perché essendo lui il promotore di questa iniziativa, ora può godersi la trasformazione di tanti piccoli omuncoli-io che a sua immagine e somiglianza si spacciano per quello che non sono, e cioè Dio. E fu questa un’epoca della storia dell’uomo ma per certi versi è ancora attuale.

Cosa accadde poi? In questo marasma generale e diffuso, ci fu un popolo, che preservò la comunicazione, il dialogo, che la tenne viva tra mille contraddizioni fino ad arrivare al Suo avvento. Gli ebrei a livello di comunicazione hanno fatto il massimo che potevano fare, la Verità non poteva ancora essere ripristinata in maniera definitiva e completa, bisognava continuare a scambiarsi messaggi con il rischio di fraintendersi. E infatti loro hanno frainteso. Perché per quanto si provassero ad uscire dal loro Io non ci riuscivano. E’ c’è una differenza abissale credetemi tra la Verità che agisce in un contesto in cui è la persona, l’individuo, a credere di doverla lui testimoniare, e una Verità che viceversa dà testimonianza a se stessa chiedendo solo di essere accolta, ospitata. La Verità infatti è altro da me.

L’avvento di Gesù Cristo nostro Signore ripristina l’antica alleanza. Il colloquio si fa più intimo perché quel trasmettitore universale, ha installato un ripetitore sulla terra: la Croce Santa. Che come un faro nella notte brilla e invia segnali ai naviganti. Dischiudendo alle sue spalle l’aurora della vita eterna.

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