Per Amore del suo nome

nomeMi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome (Salmo 23)

Non perché mi ama, ma perché ama se stesso? Anzi ama il suo nome…ma che roba è questa? Una sorta di brand reputation ante litteram, in cui il brand è rappresentato da un nome impronunciabile, indicibile. Una brand reputation che giova alla salvezza degli uomini. Qui ci avventuriamo in territorio nuovo e inesplorato, ai confini dell’autostima e del narcisismo.

Proviamo a domandarci: cosa facciamo noi per amore del nostro nome? E cosa significa amare il proprio nome? Partiamo da questa seconda domanda, per poi risalire lentamente sulla cima della seconda. Amare il proprio nome significa amare ciò che sono e ciò che sono diventato? Direttor. Dott. Ing. gran. ladr. di gran croc. pezz. di merd direbbe Fantozzi. Cioè amare titoli e distintivi? Ma titoli e distintivi a ben guardare stanno prima e dopo il nome o comunque assieme al nome, lo accompagnano ma non sono il nome. Spesso noi ci identifichiamo con loro, ma così facendo ignoriamo il nostro nome, la nostra vera essenza. Quindi nessun prefisso e suffisso è il nome. Come neppure, grammaticalmente, nessun aggettivo che può dargli più o meno lustro, maggiore o minore visibilità o valore. Quindi siamo lontani da una idea di mercato e l’idea iniziale di una brand reputation fondata sul nome viene meno.

Davide il salmista allora a cosa allude quando dice “per amore del suo nome”? Torniamo indietro, anche se abbiamo formulato già una terza domanda resta da rispondere ancora alla seconda. Cosa facciamo noi per amore del nostro nome, della nostra reputazione? Solitamente i grandi e gli spacconi, raramente i misericordiosi. Per amore di un nome che come abbiamo visto non è un vero nome ma tutto un contorno grammaticale di prefissi suffissi, aggettivi, avverbi, articoli, preposizioni, noi non essendo radicati nella nostra essenza, ma in una reputazione transitoria e passeggera che muta in continuazione, siamo come bandiere al vento sbalzati dalla dea fortuna, oscillanti tra autostima e narcisismo, tra depressione e disperazione.

Il nome di Dio è l’esistere, l’esistenza stessa, senza fronzoli e ulteriori aggiunte. E’ un nome che in realtà allude ad un verbo, che è una condizione originaria, presente e futura. Attraversare l’esistenza da cima a fondo, dall’inizio alla fine. Pieta e misericordia, salvezza per gli uomini. Questo è ancor più il nome di Dio. Un nome che non si svuota, che non perde il senso con il passare del tempo, qualcosa di diverso da ciò a cui alludeva san Bernardo parlando di Roma antica: stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus. Un nome Vivente!

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